Il ponte del Diavolo?

Amate le leggende misteriose? Rimini, come ogni città ricca di storia, vanta anche una bella leggenda legata al suo Ponte di Tiberio o Ponte del Diavolo, “pont de Dievli” come dicono i Riminesi. La leggenda è legata alla storia del Ponte per la cui costruzione Tiberio ebbe innumerevoli grattacapi. Infatti impiegò circa 7 anni per terminarlo, fu iniziato da suo padre e ogni qualvolta si costruiva una nuova parte questa crollava o non riusciva come si voleva. Fu così che Tiberio, disperato,  si rivolse al Dio delle Tenebre, l’unico in grado di erigere un Ponte solido. Pregò così il Diavolo di venirgli in aiuto e lui lo costruì in una sola notte. Ma un patto era stato concordato:  che il Diavolo si sarebbe preso l’anima della prima persona che avrebbe attraversato il Ponte. Il Ponte era bellissimo ed esprimeva appieno la potenza di Tiberio.  Ma costui non era solo un grande Imperatore ma era anche molto astuto, tanto che per ovviare al patto col Diavolo e non perdere neanche un suo abitante, fece attraversare il ponte da un cane. Il Diavolo si arrabbiò così tanto che cercò di abbatterlo prendendo a calci più volte la pietra, ma senza riuscirci perchè lui stesso l’aveva reso indistruttibile. Le impronte caprine, segni della sua rabbia si possono trovare sul lato del ponte che guarda la città. Ma se non ne avete abbastanza c’è una storia davvero interessante relativa al Ponte. Questa però è più storia che leggenda. Il Ponte di Tiberio (o d’Augusto o di San Giuliano), che permette l’attraversamento del fiume Marecchia a nord della città di Rimini, fu iniziato dall’imperatore Augusto nel 14 d.C. e terminato dal suo successore Tiberio nel 21. Esso è sempre stato l’orgoglio e il simbolo della città e, meraviglia della tecnica classica,  per quasi duemila anni l’unica via adriatica che congiungesse il Nord Italia al resto del Paese.  Questo collegamento era di fondamentale importanza soprattutto durante la seconda guerra mondiale, tanto che presto l’obiettivo di farlo saltare in aria era d’obbligo. Si narra però che un tedesco particolarmente amante dell’arte  non volle far partire le micce perché sarebbe stata una terribile perdita per l’umanità. Che sia stato lui o che la miccia non si accese per l’umidità o la fortuna, non si sa. Ma grazie al cielo noi possiamo ancora godere della sua bellezza dopo 2000 anni. Che ci sia davvero lo zampino del Diavolo?

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